No al taglio del 5 per mille “Raccogliamo l’appello del volontariato toscano: il governo faccia un passo indietro”
Insieme ai consiglieri del Pd Matergi, Pugnalini e Lastri ho presentato una mozione.
Questo il comunicato stampa
No al taglio del 5 per mille al volontariato
FIRENZE 03.12.2010 (c.b.) “Attivarsi immediatamente presso il Governo affinché si accolgano la richieste avanzate dal volontariato toscano volte a ripristinare il fondo di 400 milioni di euro per l’anno 2011, provenienti dal cinque per mille dell’Irpef, da destinarsi ai molteplici e insostituibili interventi effettuati, tra l’altro, in campo socio-sanitario e scientifico. Farsi promotrice, nell’ambito della Conferenza Stato Regioni, dell’istanza da tempo avanzata dai soggetti beneficiari dei proventi derivanti dal cinque per mille e volta a normare tale erogazione liberale mediante un’apposita legge fiscale dello Stato”. Sono questi gli impegni chiesti alla giunta toscana e contenuti in una mozione presentata in Consiglio regionale dai consiglieri Pd Lucia Matergi, Vittorio Bugli, Rosanna Pugnalini e Daniela Lastri. «L’ipotesi di istituire un tetto massimo per il 5 per mille di 100 milioni, al posto dei 400 del passato – spiega Matergi – potrebbe rappresentare un colpo durissimo per migliaia di associazioni di volontariato e istituti di ricerca. Si tratta di una diffusa realtà, che in Toscana riguarda oltre 3500 organizzazioni che, potenzialmente, potrebbero accedere ai proventi dell’erogazione prevista con la dichiarazione dei redditi. La nostra – continua Matergi – è anche una delle regioni a maggiore diffusione di associazioni di volontariato: 6 ogni 10.000 abitanti a fronte di una media nazionale di 3,6». Secondo il capogruppo Vittorio Bugli si tratterebbe di una sorta di scippo: «Si dice ai contribuenti che possono donare il 5 per mille dell’Irpef per aiutare il volontariato e poi il governo ne trattiene il 75% degli introiti: mi sembra proprio una cosa ingiusta e illiberale, che rischia di far saltare migliaia di attività a sfondo benefico o assistenziale. Spero che, almeno su questo punto, – conclude Bugli – Tremonti si ravveda e che il Parlamento si decida a disciplinare la materia con un’apposita legge».
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